Il jazz, con la sua natura improvvisativa e in continua evoluzione, ha dato vita a un repertorio unico nel suo genere. Tuttavia, all’interno di questo oceano creativo, esistono alcuni brani che trascendono il tempo e le mode, diventando veri e propri classici: gli standard jazz.
Questi brani sono considerati il fondamento del linguaggio jazzistico. Conoscerli e saperli suonare è imprescindibile per ogni musicista jazz, proprio come studiare i classici lo è per un musicista di formazione accademica.
Caratteristiche degli Standard Jazz
Cosa contraddistingue uno standard jazz da un brano jazz qualsiasi?
- Melodie accattivanti e strutture armoniche solide: Gli standard jazz sono caratterizzati da melodie memorabili facilmente riconoscibili e armonie ben strutturate che forniscono un terreno fertile per l’improvvisazione.
- Origine variegata: Gli standard jazz provengono da diverse fonti, tra cui brani composti da figure storiche del jazz, show tunes tratti da musical di Broadway, colonne sonore di film e persino inni religiosi.
- Repertorio condiviso: Gli standard jazz costituiscono un linguaggio comune condiviso da tutti i musicisti jazz. La capacità di suonare questi brani e di improvvisare su di essi è un requisito fondamentale per poter dialogare con altri musicisti e inserirsi nella tradizione del jazz.
- Flessibilità e interpretazione: Gli standard jazz non sono brani statici. Ogni musicista può reinterpretarli in modo personale, apportando variazioni melodiche, ritmiche e armoniche, rendendo ogni esecuzione unica e irripetibile.
Esempi di Standard Jazz Famosi
Alcuni standard jazz famosissimi sono diventati veri e propri simboli del genere:
- “Take the A Train” di Billy Strayhorn: Un brano swing energico che ha come protagonista il caratteristico suono del sax tenore di John Coltrane.
- “So What” di Miles Davis: Un pezzo iconico del cool jazz, caratterizzato da un’atmosfera rilassata e da un uso innovativo del silenzio e dello spazio.
- “Summertime” di George Gershwin: Una dolcissima ballata tratta dall’opera “Porgy and Bess”, che è stata reinterpretata da innumerevoli musicisti jazz in infinite varianti.
- “Fly Me to the Moon” di Bart Howard: Un brano pop divenuto un classico jazz grazie alle indimenticabili interpretazioni di Frank Sinatra e Chet Baker.
- “Blue Monk” di Thelonious Monk: Un brano bebop con una struttura armonica complessa e un ritmo incalzante, che mette alla prova le capacità improvvisative dei musicisti.
Questi sono solo alcuni esempi tra i tanti. Esistono centinaia di standard jazz che continuano ad essere suonati, reinterpretati e riscoperti dalle generazioni di musicisti.
Importanza degli Standard Jazz
Gli standard jazz rivestono un ruolo fondamentale per diverse ragioni:
- Preservazione della tradizione: Gli standard jazz rappresentano la storia e l’evoluzione del jazz. Suonarli significa onorare i grandi maestri del passato e trasmettere la tradizione alle nuove generazioni.
- Sviluppo delle abilità musicali: Studiare e suonare gli standard jazz è un ottimo allenamento per i musicisti. Migliora la tecnica improvvisativa, la padronanza dell’armonia e la capacità di ascolto e interazione con gli altri musicisti.
- Creatività e interpretazione: Gli standard jazz non sono brani da suonare in modo statico. Ogni musicista può interpretarli in modo personale, sviluppando la propria creatività e il proprio stile.
- Comunicazione universale: Gli standard jazz, pur essendo brani complessi, riescono a comunicare emozioni e sensazioni a un pubblico ampio e variegato. Il linguaggio improvvisativo del jazz diventa un linguaggio universale che supera le barriere linguistiche e culturali.
Conclusione: Un Lascito Prezioso
Gli standard jazz sono un tesoro prezioso della musica. Questi brani intramontabili continuano a ispirare musicisti e appassionati in tutto il mondo. Suonarli e reinterpretarli è un modo per celebrare la storia del jazz, per sviluppare le proprie abilità musicali e per far sì che questo linguaggio unico continui ad evolversi e a emozionare le generazioni a venire.